venerdì 20 gennaio 2017

SO HELP ME GOD!


"Che Dio mi aiuti".
"La Bibbia ci dice quanto è bello quando il popolo di Dio vive insieme e in comunità".
"La cosa più importante è che noi siamo protetti da Dio".
"Dio benedica l'America".
Non sono citazioni tratte dal Vangelo. E neanche dall'omelia di papa Francesco. "So help me God" è l'atto di affidamento a Dio esternato da Trump durante il giuramento e l'insediamento alla Casa Bianca.
La religiosità civile del popolo americano è una sfumatura interessante. E' puro sentimento interiore, non dottrina. In America c'è contiguità ideologica con il proprio credo religioso, tanto da riportare l'iscrizione "God" persino sulle banconote da un dollaro. Durante la cerimonia d'insediamento, abbiamo visto un sacerdote impartire la benedizione al nuovo presidente degli Stati Uniti. Anche la democrazia è voluta da Dio. Tutto questo succede in America.
Nella cattolica Italia, invece, un presidente non potrebbe mai giurare fedeltà poggiando la mano sulla Bibbia, perché le democrazie europee dichiarano la laicità dello Stato. La spiegazione è da cercare nella caduta degli assolutismi europei, che assestò un duro colpo alle monarchie e quindi alla divinizzazione regale, poiché il re veniva assunto per volontà di Dio. Lo Stato è laico, dunque. Nessuna ingerenza tra moralità civile e spiritualità. Così sia.
Solo un appunto: non facciamoci rubare l'orgoglio delle nostre radici cristiane. Non rinunciamo alla nostra identità. Lasciare troppo aperta la porta della laicità e sbandierarla come valore assoluto ci allontana da noi stessi. Ospitare e rispettare altre culture non deve cancellare la nostra storia, non deve umiliarci davanti a valori che non ci appartengono.
Il crocifisso ci ricorda chi siamo, per questo non deve scomparire dalle aule. Il presepe non offende nessuno, non ha mai fatto del male a uomini e donne di altre culture. Definire il presepe vivente "manifestazione in occasione delle festività natalizie", anziché chiamarlo semplicemente "sacra rappresentazione", dovrebbe farci vergognare, perché non siamo più padroni  di noi stessi.
Arretrare significa lasciare spazio a chi avanza con coraggio. La nostra fede è troppo timida. Ci si vergogna di fare il segno della croce in pubblico. Si teme di essere giudicati bigotti e sfigati, per questo si evita di manifestare la propria cristianità.
Ecco, ora è chiaro perché, anziché sui propositi politici di Trump, la mia attenzione si è posata su quella parola: Dio, da lui ripetuta per ben cinque volte in venti minuti. Forse perché sono un'italiana, così poco abituata a sentire gridare l'orgoglio cristiano.




(Foto: Sky Tg24)

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