Sempre attuale il detto siciliano: "Spogghia a Cristu e vesti a Maria" (togliere a qualcuno per dare ad altri).
Stanotte il progetto per il Ponte di Messina ha fatto un passo avanti, a discapito di altri interventi infrastrutturali, urgenti per lo sviluppo di Sicilia e Calabria.
Uno "scippo" è in atto nelle due Regioni con il reddito pro capite più basso d'Italia.
Il gioco delle tre carte: con una mano ci danno un'opera colossale, mentre con l'altra ci sottraggono importanti risorse destinate al superamento dei gap infrastrutturali delle aree più interne.
Ecco, la manovra finanziaria del Governo Meloni ci concede il Ponte, ma riduce il Fondo per la coesione e lo sviluppo destinato alle due Regioni. Tradotto, vuol dire continuare a perpetrare il divario territoriale.
Dalla sventurata provincia ennese, tanto per fare un esempio, per raggiungere il Ponte, bisogna prima attraversare la palude con i coccodrilli. Poi, chi è fortunato e rimane vivo, può finalmente volare ad alta quota.
Noi non aspiriamo a volare, ci accontentiamo di camminare su strade sicure.
Cari prestigiatori di Palazzo, il Ponte è utile solo se in aggiunta alle opere essenziali, non al posto di queste.
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